Il ministro della Salute del Cile, Ximena Aguilera, ha annunciato che a partire dal 14 giugno l’uso delle mascherine negli istituti scolastici sarà obbligatorio fino alla fine dell’allerta sanitaria a causa dell’aumento dei casi di virus respiratori. Allo stesso tempo, ha messo in guardia sull’elevata occupazione dei letti pediatrici.
"Manteniamo l’uso obbligatorio delle mascherine in tutti i centri sanitari e lo raccomandiamo vivamente nei luoghi affollati e sui trasporti pubblici", ha affermato il ministro al Congresso cileno, in dichiarazioni citate dall’agenzia Télam .
La misura dell’uso obbligatorio delle mascherine nelle scuole riguarderà i bambini sopra i cinque anni e si protrarrà almeno fino al 31 agosto.
Altre strategie preventive analizzate dalle autorità governative e dagli esperti sono state il diritto al telelavoro e al congedo per le madri a causa di malattia dei bambini di età inferiore a un anno.
Inoltre, il ministro della Sanità ha annunciato che sarà presentato un disegno di legge sul lavoro "ibrido", annunciato dal presidente Gabriel Boric nel Conto pubblico.
L’iniziativa mira a modificare il Codice del lavoro, con l’obiettivo di regolamentare in modo permanente sia il telelavoro che il lavoro ibrido, che consentirà ai genitori di rendere la vita lavorativa compatibile con la cura dei figli, hanno spiegato.
Tuttavia, l’annuncio dell’uso obbligatorio delle mascherine negli scolari ha suscitato reazioni, tanto che il presidente del Collegio degli insegnanti del Cile, Carlos Díaz, ha affermato, in un video pubblicato dal sindacato, che "la vera soluzione al problema che abbiamo è la proroga delle vacanze (invernali)".
"È l’unico modo perché gli studenti non saranno riuniti tutti nello stesso posto, non continueranno a contagiare e dobbiamo anche ricordare che ci sono tanti funzionari, tanti lavoratori che oggi hanno i figli malati e che, senza dubbio, di fronte a questa situazione non possono occuparsene adeguatamente", ha aggiunto Díaz.
Dalla scorsa settimana, il portafoglio sanitario cileno è stato messo in discussione a causa dell’elevato tasso di occupazione dei letti pediatrici critici, i pochi posti disponibili per l’assistenza che hanno causato la morte di quattro bambini a causa di virus respiratori a causa della mancata ricezione di cure tempestive.