Inchiesta dell’OMS sull’origine del COVID-19 in Cina

L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede pieno accesso per indagare sull’origine del coronavirus in Cina, sottolineando l’importanza della cooperazione e della trasparenza.

Maggio 2024
Inchiesta dell’OMS sull’origine del COVID-19 in Cina

Il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è detto disposto a inviare una nuova missione di esperti in Cina per scoprire l’origine del Covid-19 e ha chiesto "pieno accesso".

"Esortiamo la Cina a concedere pieno accesso e chiediamo ai paesi di sollevare la questione nei loro incontri bilaterali (per sollecitare la Cina) a collaborare", ha dichiarato Tedros in un’intervista pubblicata dal quotidiano britannico Financial Times citato dalle agenzie di stampa . Telam e AFP.

Il dottor Tedros ha spiegato che l’OMS ha già chiesto "per iscritto" alla Cina di "fornire informazioni" e ha aggiunto: "Siamo disposti a inviare una squadra se ce lo consentono".

La comunità internazionale non è ancora stata in grado di determinare con certezza l’origine del COVID-19, la malattia causata dal virus SARS-CoV-2, i cui primi casi sono stati rilevati alla fine del 2019 nella città centrale cinese di Wuhan.

Ci sono due teorie opposte sull’origine di questo coronavirus: una fuga da un laboratorio della città in cui sono stati studiati questi agenti patogeni, o che un animale abbia infettato persone che frequentavano un mercato locale.

Un team di specialisti guidati dall’OMS e accompagnati da collaboratori cinesi hanno indagato nel paese all’inizio del 2021. In un rapporto congiunto, propendono per l’ipotesi che il virus altamente contagioso sia stato trasmesso da un animale che fungeva da intermediario tra il pipistrello e il pipistrello. umano, forse in un mercato di Wuhan.

Ma Tedros ha poi affermato che “tutte le ipotesi restano sul tavolo”.

Nessun team è stato in grado di tornare in Cina e i funzionari dell’OMS hanno ripetutamente chiesto ulteriori dati. Il suo direttore ha affermato più volte che l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite non ha intenzione di abbandonare le indagini e ha insistito con la Cina sulla "trasparenza nella condivisione dei dati, nello svolgimento delle indagini necessarie e nella condivisione dei risultati".