Cambiamenti nell'appetito nei pazienti con depressione

I cambiamenti differenziali nell'appetito si riflettevano nell'architettura funzionale del circuito di ricompensa

Maggio 2023
Cambiamenti nell'appetito nei pazienti con depressione

Punti chiave

L’architettura funzionale del circuito di ricompensa riflette se i pazienti con depressione sperimentano un aumento o una diminuzione dell’appetito e del peso?

Risultati  

In questo studio caso-controllo, utilizzando il neuroimaging, la riduzione dell’appetito nei pazienti con depressione è stata associata a una ridotta connettività funzionale tra il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale ventromediale, nonché l’ippocampo. Al contrario, la ridotta connettività del nucleo accumbens con la corteccia insulare era associata ad un aumento dell’appetito e i modelli di rete elastica convalidati in modo incrociato riflettevano i sintomi correlati all’appetito se la gravità era elevata.

Senso   

I cambiamenti differenziali nell’appetito si riflettevano nell’architettura funzionale del circuito della ricompensa, ma le associazioni aumentavano con la gravità dei sintomi.

Importanza  

Il disturbo depressivo maggiore (MDD) è caratterizzato da un sostanziale onere sanitario, compresi cambiamenti nell’appetito e nel peso corporeo. L’eterogeneità dei sintomi depressivi ha reso difficile identificare biomarcatori che si generalizzano in modo robusto alla maggior parte dei pazienti, richiedendo una mappatura basata sui sintomi.

Scopo  

Definire l’architettura funzionale del circuito di ricompensa che favorisce l’aumento rispetto alla diminuzione dell’appetito e del peso corporeo nei pazienti con disturbo depressivo maggiore specificandone i contributi e l’influenza sui biomarcatori della malattia utilizzando la connettività funzionale (FC) allo stato di riposo.

Design, ambiente e partecipanti  

In questo studio caso-controllo, i dati della risonanza magnetica funzionale (fMRI) sono stati presi dallo studio Marburg-Münster FOR 2107 Affective Disorders Cohort Study (MACS), raccolto tra settembre 2014 e novembre 2016. Dati trasversali di pazienti con disturbo depressivo maggiore (n = 407) e partecipanti sani di controllo (n = 400) sono stati analizzati da marzo 2018 a giugno 2022.

Principali risultati e misure  

I cambiamenti dell’appetito durante l’episodio depressivo e la sua associazione con la frequenza cardiaca sono stati esaminati utilizzando la fMRI. Prendendo il nucleo accumbens (NAcc) come seme del circuito di ricompensa, sono state mappate le associazioni con cambiamenti opposti nell’appetito ed è stato costruito un modello di rete elastica sparsa sintomo-specifico con validazione incrociata di 10 volte.

Risultati  

Tra i 407 pazienti con disturbo depressivo maggiore, 249 (61,2%) erano donne e l’età media (SD) era di 36,79 (13,4) anni. La ridotta FC basata su NAcc nella corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC) e nell’ippocampo è stata associata a una riduzione dell’appetito (vmPFC: bootstrap r = 0,13; IC al 95%, 0,02-0,23; ippocampo: bootstrap r = 0,15; IC al 95%, 0,05-0,26 ).

Al contrario, la ridotta FC basata su NAcc nella corteccia insulare è stata associata ad un aumento dell’appetito (bootstrap r = -0,14; IC al 95%, da -0,24 a -0,04). Fondamentalmente, il modello di rete elastica con validazione incrociata rifletteva i cambiamenti dell’appetito basati su NAcc FC e spiegava che la varianza aumentava con l’aumentare della gravità dei sintomi (tutti i pazienti: bootstrap r = 0,24; IC al 95%, 0,16-0,31; pazienti con un Beck Depression Inventory punteggio pari o superiore a 28: bootstrap r = 0,42; IC al 95%, 0,25-0,58). Al contrario, NAcc FC non ha classificato la diagnosi (MDD rispetto a controllo sano).

Conclusioni e rilevanza  

In questo studio, la FC basata su NAcc riflette importanti differenze individuali nell’appetito e nel peso corporeo nei pazienti con depressione che possono essere sfruttate per una previsione personalizzata. Tuttavia, la classificazione diagnostica utilizzando la FC basata su NAcc non ha superato i livelli di probabilità. Tali associazioni sintomo-specifiche sottolineano la necessità di mappare i biomarcatori su aspetti più ristretti della psicopatologia per migliorare la classificazione e il trattamento del disturbo depressivo maggiore.