Punti chiave Il consumo di alimenti ultra-processati è associato al declino cognitivo? Risultati In uno studio di coorte condotto su 10.775 persone, un maggiore consumo di alimenti ultra-processati è stato associato a un tasso più elevato di declino delle funzioni esecutive e globali dopo un follow-up mediano di 8 anni. Senso Questi risultati suggeriscono che limitare il consumo di alimenti ultra-processati potrebbe essere associato a un ridotto declino cognitivo negli adulti di mezza età e negli anziani. |
Importanza
Sebbene il consumo di alimenti ultra-processati sia stato collegato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e obesità, si sa poco sull’associazione del consumo di alimenti ultra-processati con il declino cognitivo.
Scopo
Per indagare l’associazione tra il consumo di alimenti ultra-processati e il deterioramento cognitivo nello studio longitudinale brasiliano sulla salute degli adulti.
Progettazione, ambito e partecipanti
Si trattava di uno studio prospettico di coorte multicentrico con 3 ondate, a circa 4 anni di distanza, dal 2008 al 2017. I dati sono stati analizzati da dicembre 2021 a maggio 2022. I partecipanti erano dipendenti pubblici di età compresa tra 35 e 74 anni reclutati in 6 città brasiliane.
Sono stati esclusi i partecipanti che, al basale, avevano un questionario sulla frequenza alimentare, dati cognitivi o covariati incompleti. Sono stati esclusi anche i partecipanti che hanno riportato un apporto calorico estremo (<600 kcal/giorno o >6000 kcal/giorno) e quelli che assumevano farmaci che potevano interferire negativamente con le prestazioni cognitive.
Mostre
Consumo giornaliero di alimenti ultraprocessati come percentuale dell’energia totale divisa in quartili.
Principali risultati e misure
Cambiamenti nelle prestazioni cognitive nel tempo valutati mediante test di richiamo immediato e ritardato delle parole, riconoscimento delle parole, fluenza verbale fonemica e semantica e versione B del test Trail-Making.
Risultati
Sono state reclutate in totale 15.105 persone e 4.330 sono state escluse, lasciando 10.775 partecipanti i cui dati sono stati analizzati. L’età media (SD) al basale era di 51,6 (8,9) anni, 5.880 partecipanti (54,6%) erano donne, 5.723 (53,1%) erano bianchi e 6.106 (56,6%) avevano almeno una laurea.
Nel corso di un follow-up mediano (intervallo) di 8 (6-10) anni , le persone con consumo di alimenti ultra-processati al di sopra del primo quartile hanno mostrato un tasso di declino cognitivo globale più veloce del 28% (β = -0,004; CI 95%, - da 0,006 a -0,001; P = 0,003) e un tasso di declino della funzione esecutiva del 25% più veloce (β = -0,003, IC 95%, da -0,005 a 0,000; P = 0,01) rispetto a quelli del primo quartile.
Conclusioni e rilevanza
Una percentuale più elevata di consumo energetico giornaliero derivante da alimenti ultra-processati è stata associata a deterioramento cognitivo tra gli adulti di un campione etnicamente diversificato. Questi risultati supportano le attuali raccomandazioni di salute pubblica sulla limitazione del consumo di alimenti ultra-processati a causa del loro potenziale danno alle funzioni cognitive.