L'estetica della natura: risposte cerebrali ai film sui paesaggi naturali

Vengono esplorate le risposte del cervello a filmati di paesaggi naturali esteticamente attraenti, fornendo informazioni sui meccanismi neurali alla base dell'apprezzamento estetico e del coinvolgimento emotivo con gli ambienti naturali.

Marzo 2022
L'estetica della natura: risposte cerebrali ai film sui paesaggi naturali

Dalla percezione visiva all’attrattiva estetica: risposte cerebrali a film di paesaggi naturali esteticamente attraenti.

Riepilogo

Durante le esperienze visive esteticamente accattivanti, il contenuto visivo fornisce una base per il calcolo delle rappresentazioni affettivamente colorate di valore estetico. Il modo in cui ciò avviene nel cervello è in gran parte inesplorato. Utilizzando videoclip attraenti di paesaggi naturali, abbiamo testato se le regioni corticali che rispondono agli aspetti percettivi di un ambiente (ad esempio, disposizione spaziale, contenuto degli oggetti e movimento) erano direttamente modulate dall’attrattiva estetica valutata.

Ventiquattro partecipanti hanno guardato una serie di video di paesaggi naturali mentre venivano scansionati utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e hanno riportato sia valutazioni continue di godimento (durante i video) sia giudizi estetici generali (dopo ogni video).

Sebbene i video di paesaggi coinvolgessero una maggiore estensione della corteccia visiva di alto livello rispetto a quella osservata per le immagini di paesaggi, le regioni visive selettive per categoria localizzate in modo indipendente (ad esempio, l’area del luogo paraippocampale selettiva per la scena e la selettività del movimento hMT +) non erano significativamente modulate dall’attrattiva estetica. Piuttosto, un’analisi dell’intero cervello ha rivelato modulazioni in termini di appeal estetico nei cluster ventrale (solco collaterale) e laterale (solco occipitale medio, giro temporale medio posteriore) che erano adiacenti alle regioni selettive della scena e del movimento.

Questi risultati suggeriscono che l’attrattiva estetica di per sé non è rappresentata in regioni ben caratterizzate della corteccia visiva che selezionano caratteristiche e categorie. Piuttosto, proponiamo che le attivazioni osservate riflettano una trasformazione locale da una rappresentazione visiva basata su caratteristiche a una rappresentazione di “affetti elementari”, calcolata attraverso meccanismi di elaborazione delle informazioni che rilevano deviazioni dalle aspettative di un osservatore.

Inoltre, abbiamo trovato una modulazione dovuta al fascino estetico nelle strutture di ricompensa sottocorticali, ma non nelle regioni della rete modalità predefinita (DMN) o nella corteccia orbitofrontale, e solo una debole evidenza di cambiamenti associati nella connettività funzionale. A differenza di altri domini estetici visivi, le interazioni esteticamente attraenti con i paesaggi naturali possono basarsi maggiormente sul confronto tra stimolazione continua e rappresentazioni ben formate del mondo naturale, e meno su processi top-down di risoluzione delle ambiguità o di valutazione della rilevanza personale.

Come fa una visione della natura ad acquisire il suo splendore di bellezza?

Sappiamo che la vista di splendidi paesaggi attiva i sistemi di ricompensa del cervello. Ma come fa il cervello a trasformare i segnali visivi in ​​estetici? Perché percepiamo la vista di una montagna o di nuvole passeggere come qualcosa di bello? Un gruppo di ricerca dell’Istituto Max Planck di Estetica Empirica ha affrontato questa domanda e ha studiato come il nostro cervello procede dal semplice vedere un paesaggio al percepirne l’impatto estetico.

Nel loro studio, il gruppo di ricerca ha presentato video di paesaggi artistici a 24 partecipanti. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno misurato l’attività cerebrale dei partecipanti mentre guardavano e valutavano i video. I loro risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista ad accesso aperto Frontiers in Human Neuroscience. Il primo autore A. Ilkay Isik riassume:

"Ci saremmo aspettati che i segnali estetici fossero limitati ai sistemi di ricompensa del cervello, ma sorprendentemente, li abbiamo trovati già presenti nelle aree visive del cervello mentre i partecipanti guardavano i video. Le attivazioni si sono verificate proprio accanto al cervello regioni visualizzate riconoscendo le caratteristiche fisiche nei film, come la disposizione di una scena o la presenza di movimento."

L’autore principale Edward Vessel suggerisce che questi segnali potrebbero riflettere una forma precoce ed elementare di percezione della bellezza:

"Quando vediamo qualcosa che va oltre le nostre aspettative, porzioni locali di tessuto cerebrale generano piccoli ’atomi’ di affetto positivo . La combinazione di molti di questi segnali di sorpresa nel sistema visivo si somma per creare un’esperienza esteticamente accattivante."

Con queste nuove conoscenze, lo studio non solo contribuisce alla nostra comprensione della bellezza, ma può anche aiutare a chiarire come le interazioni con l’ambiente naturale possano influenzare il nostro senso di benessere. I risultati potrebbero avere potenziali applicazioni in una varietà di campi in cui il legame tra percezione ed emozione è importante, come l’assistenza sanitaria clinica e l’intelligenza artificiale.