Risultati di studi recenti e non correlati all'epatite infantile e all'adenovirus

Ricerche recenti non indicano alcun aumento significativo nell'incidenza dell'epatite infantile o delle infezioni da adenovirus, sfatando qualsiasi idea di una relazione causale tra le due condizioni ed evidenziando la necessità di una sorveglianza continua delle malattie virali pediatriche.

Febbraio 2023
Risultati di studi recenti e non correlati all'epatite infantile e all'adenovirus

I rapporti compilati sull’incidenza dell’epatite acuta e sui tassi di isolamento dell’adenovirus nei bambini nell’ultimo anno rispetto al basale pre-COVID non hanno mostrato alcun aumento della probabilità di nessuno dei due eventi.

In una recente piccola epidemia di epatite acuta infantile ad eziologia sconosciuta avvenuta all’interno di un sistema sanitario statunitense, molti (ma non tutti) i pazienti sono risultati positivi all’adenovirus di tipo 40/41 (un virus che risiede comunemente nell’intestino crasso dei bambini piccoli), suggerendo che i due risultati simultanei potrebbero rappresentare un collegamento eziologico.

Ora, il CDC ha presentato i dati di diverse segnalazioni di ricoveri o visite al pronto soccorso associati a epatite pediatrica, trapianto di fegato e isolamento di adenovirus 40/41 durante due periodi: da ottobre 2021 a marzo 2022 e da gennaio 2018 a partire da febbraio 2020 (ovvero, pre- Riferimento COVID-19). I due periodi comparativi sono stati scelti sulla base della teoria secondo cui la richiesta di assistenza sanitaria per questa fascia di età potrebbe essere aumentata durante l’era del COVID-19.

I dati non hanno mostrato un aumento dell’epatite acuta infantile o un aumento dell’isolamento dell’adenovirus 40/41.

La segnalazione iniziale di epatite infantile e isolamento di adenovirus non ha dimostrato un legame eziologico tra i due risultati. I dati attuali, che non mostrano alcun aumento né dell’epatite né dell’adenovirus 40/41, non smentiscono questa possibile connessione. Ad oggi, né l’epatite ad eziologia sconosciuta né l’isolamento dell’adenovirus 40/41 hanno costituito risultati segnalabili. La risoluzione di una relazione eziologica richiederà, come minimo, una diligente segnalazione di entrambi gli eventi.

Risultati di studi recenti e non correlati all’epa

Cosa si sa su questo argomento?

In seguito all’identificazione di casi di epatite pediatrica ad eziologia sconosciuta negli Stati Uniti e nel Regno Unito, nell’aprile 2022 i CDC hanno emesso una richiesta affinché i fornitori statunitensi segnalassero ulteriori casi. Molti casi segnalati sono risultati positivi all’adenovirus, che non è noto causare epatite nei bambini immunocompetenti.

Cosa aggiunge questo rapporto?

Le analisi di quattro fonti di dati non hanno indicato aumenti recenti delle visite al pronto soccorso o dei ricoveri associati a epatite, trapianti di fegato o tipi di adenovirus, con una positività del 40/41% tra i bambini statunitensi rispetto ai livelli pre-AIDS della pandemia di COVID-19.

Quali sono le implicazioni per la pratica della sanità pubblica?

I dati attuali non suggeriscono un aumento dell’epatite pediatrica o dell’adenovirus di tipo 40/41 al di sopra dei livelli basali della pandemia pre-COVID-19; Il monitoraggio continuo è importante per monitorare i cambiamenti nel tempo.

Queste analisi, basate su quattro fonti di dati, non hanno indicato un recente aumento di ricoveri o visite al pronto soccorso associati a epatite tra i bambini di età compresa tra 0 e 11 anni, trapianti di fegato tra bambini di età compresa tra 0 e 17 anni, o la percentuale di campioni positivi per adenovirus tipi 40/41 tra i bambini di età compresa tra 0 e 9 anni negli Stati Uniti rispetto ai livelli pandemici pre-COVID-19.

Il potenziale ruolo dell’adenovirus nell’eziologia dei casi di epatite recentemente segnalati non è noto; La ricerca in corso sta valutando questa ipotesi insieme al possibile ruolo di altri fattori, comprese le infezioni attuali o passate da SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19.

 Non è ancora noto se i casi recentemente segnalati rappresentino una nuova eziologia di epatite acuta pediatrica o un fenomeno già esistente che ora viene rilevato.

La rarità di questo risultato rende difficile rilevare piccoli cambiamenti e le interruzioni associate alla pandemia nel comportamento di ricerca dell’assistenza sanitaria e nell’epidemiologia delle malattie infettive potrebbero ancora normalizzarsi. La valutazione continua delle tendenze, oltre al miglioramento delle indagini epidemiologiche, aiuterà a contestualizzare i casi segnalati di epatite acuta ad eziologia sconosciuta nei bambini americani.