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Terapia antitrombotica per la prevenzione dell’ictus ischemico
Valutare l’equilibrio tra i benefici delle terapie antitrombotiche nella prevenzione dell’ictus ischemico e il loro associato aumento del rischio di sanguinamento.
L’ictus è una condizione devastante con significativa morbilità e mortalità in tutto il mondo. La terapia antitrombotica gioca un ruolo cruciale nella prevenzione primaria e secondaria dell’ictus.
La terapia antipiastrinica singola o doppia è generalmente preferita nei casi di aterosclerosi delle grandi arterie e di malattia dei piccoli vasi, mentre l’anticoagulazione è consigliata in condizioni di stasi del sangue o stati di ipercoagulabilità che determinano per lo più trombi rossi. Tuttavia, il beneficio delle terapie antitrombotiche deve essere valutato rispetto all’aumento del rischio di sanguinamento, che può porre sfide significative nel trattamento farmacologico di questa condizione.
Di seguito sono riportati i punti chiave da ricordare da una revisione degli ultimi progressi sulla terapia antitrombotica per la prevenzione primaria e secondaria dell’ictus ischemico:
Le decisioni riguardanti il trattamento antitrombotico nella prevenzione primaria e secondaria dell’ictus dovrebbero sempre considerare il rischio di sanguinamento di ogni singolo paziente.
Il trattamento predefinito per la prevenzione dell’ictus secondario dovrebbe essere una monoterapia con agenti antipiastrinici, solitamente iniziata entro 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi.
La doppia terapia antipiastrinica (DAPT) è indicata per un breve periodo (~21 giorni) dopo un ictus ischemico acuto minore o un attacco ischemico transitorio. La monoterapia antipiastrinica deve essere iniziata dopo il completamento del breve ciclo di DAPT.
I pazienti con ictus ischemico con fibrillazione atriale (FA) non valvolare e senza controindicazioni dovrebbero ricevere una terapia anticoagulante con un DOAC o warfarin.
Le decisioni riguardanti i tempi di inizio o ripresa della terapia anticoagulante per la fibrillazione atriale dopo ictus ischemico dovrebbero essere basate sulla dimensione dell’infarto, sull’evidenza di trasformazione emorragica e su fattori specifici del paziente (p. es., presenza di trombosi venosa). comorbilità profonda).
Il trattamento di scelta per la prevenzione secondaria dell’ictus dopo ESUS ( ictus embolico di origine indeterminata ) è la monoterapia antipiastrinica.
L’anticoagulazione è generalmente il trattamento antitrombotico di scelta per la sindrome da anticorpi antifosfolipidi e per l’ictus ischemico ricorrente sospettato di essere secondario a ipercoagulabilità correlata a neoplasie.
Nei primi 3 mesi dopo una dissezione dell’arteria vertebrale o carotide, può essere utilizzata l’aspirina o il warfarin.
L’anticoagulazione con warfarin è il trattamento di scelta per il trombo ventricolare sinistro per prevenire ictus e/o embolia sistemica.