La variante del coronavirus SARS-CoV-2 che causa il COVID-19, nota come Pirola – con un’elevata diffusione negli ultimi mesi – è stata analizzata dagli scienziati, che hanno appena pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Cell.
Il vero nome di Pirola è BA.2.86 ed è una sottovariante di omicron. È stato rilevato per la prima volta nel luglio 2023 in Europa e Medio Oriente. Da allora questa variante e le sue sottolinee si sono diffuse con sempre maggiore frequenza in diverse parti del mondo.
Come riportato dal sito CuídatePlus, il 22 novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha designato BA 2.86 come “variante di interesse”, nome dato alle varianti SARS-CoV-2 con cambiamenti genetici che si ritiene siano o siano noti influenzare caratteristiche del virus quali trasmissibilità, virulenza, capacità di eludere l’azione degli anticorpi, suscettibilità ai trattamenti e all’individuazione, nonché quelli che hanno mostrato una maggiore capacità di espansione.
• Efficacia dei vaccini contro Pirola. Come buona notizia, il lavoro svolto dai ricercatori dell’Università dell’Ohio, negli Stati Uniti, mostra che può essere neutralizzato con gli attuali vaccini bivalenti.
• Impatto sui polmoni. La cattiva notizia è che le analisi su colture cellulari mostrano che questa variante può infettare in modo molto efficace le cellule che rivestono i polmoni (cellule epiteliali) e potrebbe portare ad un aumento del rischio di malattie gravi.
Riepilogo e concetti evidenziati
• BA.2.86 è meno immunologicamente evasivo rispetto a FLip e ad altre varianti XBB
• BA.2.86 è antigenicamente più simile a BA.2 e BA.4/5 rispetto alle varianti XBB
•Il MAb S309 non può neutralizzare BA.2.86, probabilmente a causa di una mutazione D339H
• La fusione e l’infettività di BA.2.86 sono maggiori rispetto alle varianti XBB nelle cellule CaLu-3
L’evoluzione della SARS-CoV-2 richiede una rivalutazione delle attuali misure di vaccinazione. Qui, caratterizziamo la variante FLip derivata da BA.2.86 e XBB studiando la sua neutralizzazione insieme a D614G, BA.1, BA.2, BA.4/5, operatori sanitari che hanno ricevuto il vaccino bivalente, primi soccorritori infetti da XBB. 1,5 onde e anticorpo monoclonale S309 (mAb).
Abbiamo valutato la biologia dei picchi varianti misurando l’infettività virale e la fusogenicità della membrana. BA.2.86 è meno immunologicamente evasivo rispetto a FLip e ad altre varianti XBB, in linea con le distanze antigeniche.
È importante sottolineare che, a differenza delle varianti XBB, mAb S309 non è stato in grado di neutralizzare BA.2.86, probabilmente a causa di una mutazione D339H basata sul modello. BA.2.86 aveva fusogenicità e infettività relativamente elevate nelle cellule CaLu-3, ma bassa fusione e infettività nelle cellule 293T-ACE2 rispetto ad alcune varianti XBB, suggerendo una stabilità conformazionale potenzialmente diversa del picco BA.2.86.
Nel complesso, il nostro studio sottolinea l’importanza della sorveglianza della variante SARS-CoV-2 e la necessità di vaccini COVID-19 aggiornati.